Conforti….amoci del 1 marzo 2019
Questo post è fatto di due parti, una “scientifica” (evidenze) riguardo all’utilità della presenza di un animale domestico nell’ambiente del bambino, ospedaliero o famigliare,una seconda che tratta delle “esagerazioni” insite nella nostra società a tal riguardo. La prima sottolinea quanto sia utile la pet therapy, la seconda è uno stimolo alla riflessione sul comportamento, spesso fatto a fin di bene ma che può trasformarsi in “esagerazioni” di noi adulti.
LE EVIDENZE
Non poche mamme chiedono al pediatra consigli su come conciliare la nascita di un bambino in una famiglia in cui già c’è un cane o un gatto o se la decisione di prenderne uno possa giovare alla salute del bambino.
E’ ampiamente dimostrato che la “pet therapy” in ambito ospedaliero porti a indubbi vantaggi emozionali e financo fisici a bambini riocverati per tempi non brevi per patologie varie
Giocare con animali e accudirli favorisce il miglioramento dell’umore del bambino ricoverato , e dei genitori di converso,ma anche parametri clinici come la frequenza cardiaca,la pressione sanguigna e la produzione di cortisolo ma anche la gestione del dolore per procedure diagnostiche è resa più semplice dalla possibilità di un contatto fisico e emozionale con animali domestici.
Del resto anche studi di controllo in gruppi di bambini affetti da patologie dello spettro autistico cui è stata somministrata una pet therapy rispetto a gruppi senza questa possibilità, dimostrano miglioramenti del comportamento e della relazione non verbale con gli adulti.
Più in generale nei disturbi pervasivi dello sviluppo, disturbi caratterizzati dalla mancanza di comunicazioni sociali e abilità, è stato fatto uno studio nel quale, durante l'interazione con un terapeuta, i bambini affetti, sono stati esposti a tre diverse condizioni: (a) un giocattolo non sociale (palla), (b) un cane imbalsamato e (c) un cane vivo. Le interazioni prosociali e non sociali sono state valutate in termini di dimensioni sia comportamentali che verbali. I risultati mostrano che i bambini mostravano uno stato d'animo più giocoso, erano più concentrati e erano più consapevoli del loro ambiente sociale quando erano in presenza di un cane da terapia. Questi risultati indicano che l'interazione con i cani può avere benefici specifici per questa popolazione e suggerisce che la terapia con assistenza agli animali potrebbe essere una forma appropriata di terapia.
Comunque allontanandosi dalle pubblicazioni scientifiche che hanno per scopo di dimostrare l’effettivo e misurabile miglioramento di una terapia o di una condizione clinica, opinione diffusa fra noi medici è che l’occuparsi di un animale domestico porta a responsabilizzazione, maggior attenzione agli impegni quotidiani, implementazione dell’attività fisica con possibile diminuzione del sovrappeso legato alla sedentarietà, ed anche a miglioramento della sindrome da post stress traumatico, vuoi fisica,psicologica o affettiva come la gestione di un lutto.
La preoccupazione dei genitori che la presenza di un cane o un gatto in casa possa arrecare danni al bambino, vuoi per ferite accidentali (morsi o graffi) vuoi per malattie vuoi per supposte allergie , vanno sfatate di massima.
Infatti se l’animale è controllato dal suo veterinario abitualmente le malattie trasmesse sono improbabili mentre graffi o morsi di animali “famigliari” appartengono alla possibilità di incidenti sempre possibili ma ben controllabili da un corretto comportamento basato sulla conoscenza e il rispetto reciproco; per le allergie premesso che i cani quasi mai sono fonte di allergizzazione nei conviventi ,i gatti invece possono esserlo e nel caso di sintomi significativi e mal controllabili da terapie o desensibilizzazioni,l’unico provvedimento è l’allontanamento.
Si consiglia di diffidare dal prendere in casa gatti “certificati come anallergici” perché è una delle bufale che girano sul web, e se l’allergia fosse alle stelle per cani e gatti e proprio si volesse dare un animale di gioco al bambino, l’Accademia Americana di Pediatria raccomanda l’acquisto di un serpente, unico animale “allergen free” dimostrato come tale. Va da se che se tenete un pitone in casa dovreste cercarvi un pediatra che non ne abbia una paura tale da rifiutarvi come pazienti per le eventuali visite a domicilio….
LE ESAGERAZIONI
Parlando di serpenti come pet therapy di bambini, stiamo slittando ineluttabilmente nelle “esagerazioni” che la nostra società così frenetica e variegata spesso evidenzia.
Il cane è passato in pochi decenni dalla cuccia in giardino al letto dei padroni, ha detto qualcuno per descrivere l’evoluzione (o involuzione ?) del rapporto fra l’uomo e il piu’ fedele suo amico.
Giusto,non giusto? Sano, non sano?
Chissà…certo è che l’umanizzazione dell’animale ci ha portato a dati imbarazzanti,come nella mia città (Genova) dove all’anagrafe canina comunale che annovera circa 60.000 “individui”, fa riscontro un terzo in meno di bambini (40.000) a quella umana.
Nessuna competizione affettiva,ovviamente , ma mi chiedo se tante risorse in tema di “pathos”,impiego di tempo e financo economiche non possa far da contraltare almeno altrettante motivazioni ideali verso “umani” che ne necessitano di quella affettività,tempo,denaro.
Forse che l’umano impegna di più e quindi è meglio shiftare?
Concludo con un aneddoto: l’altro giorno entrando dal panificio noto la commessa che apostrofa a una signora “Posso dare un grissino al bambino?”, mi sporgo per vedere il pupo,magari fosse un mio paziente, e noto che “il bambino” cui era indirizzato l’omaggio in realtà era un cane al guinzaglio della padrona…,,cane o bambino? Padrona o mamma ?
P.S. da piccolo in campagna mio nonno aveva un cane un pastore tedesco,Strika, non di razza ma in quanto frutto di incrocio forse più intelligente: era la mia passione estiva. Lo dico così,per prevenire commenti impropri.